martedì 22 settembre 2009

Road Trip - Parte Seconda

[riassunto delle puntate precedenti] “Sì, JF, siamo proprio in Francia.” Sono le prime parole all’estero di Logan Fowler, che ha attraversato la Liguria perlopiù sonnecchiando. Il tempo di beccarsi sul muso i primi vagiti di Costa Azzurra e Logan opta per il cambio di guardia al volante. Montecarlo, baby. E non è mica male. Vai con il tracciato del gipì. Vai con la curva (non del tabaccaio, l’altra: com’è che si chiama). Vai con il tunnel. Dopo varie urla è necessaria una sosta rifocillante al porto dove persone serie (ma serie… diosanto) vendono crepes e gelati e. I nostri eroi, fra parchi giochi, auto non piccole di gente coi dollari e barche gigantesche di gente con molti dollari, si gettano nelle sacrosante braccia di birra and patatine, esausti. C’è modo di osservare dalla dovuta distanza il casinò (con Logan che ci fa un pensierino) e di fare un giro in un bel parco sovrastante il porto. Purtroppo però si è fatta ora di trasferire il deretano da qualche altra parte. A urla, come sempre.
Il piano-partita è recarsi a Nizza e indovinare il campeggio troppo yeah dove trascorrere la notte e, si spera, superarla indenni. A Nizza si va, perdio. E dato che c’è un’enorme spiaggia proprio lungo la promenade des anglais (cioè in città, cioè davvero davanti alle case), si prendono armi e bagagli e ci si piazza sotto al solleone transalpino. La spiaggia, però, è incommentabile. Anche perché spiaggia un par di balle: sono sassi. L’acqua non è degna neanche di quella nobile della Rotonda, dunque JF si stende al sole, a bestemmie. Si risveglia più tardi, pronto a conquistare l’intera Provenza e a distruggere le armate verdi, mentre persino gli indigeni abbandonano il ciotolame, forse perché ti fanno male pure i piedi o perché si cena presto, da queste parti. I due inviati de La Tana capiscono che è ora di muoversi, tanto prevedono di rifarci un salto in nottata. Si va dunque a caccia del campeggio ed è l’inizio della cosiddetta ora di fuoco – ovvero fra le 19 e le 20 – in cui deve sempre accadere un cazzo di imprevisto a scompaginare i progetti turistici. Tuttavia, i fottuti campeggi a Nizza non ci sono. Non esistono proprio. Eppure si va perfino in culo ai lupi pur di trovarne uno. Si attraversano paesini limitrofi, si domandano indicazioni. Ci si fida di Pompina, il nostro navigatore satellitare, e si finisce, ovviamente, in casino. Passano i minuti. Fiumi. Stazioni di autobus. Uffici del turismo chiusi. Stazioni di servizio. Campagna. Nel giro di qualche altro minuto è buio. JF e Logan sanno che l’auto potrebbe fare l’esordio come camera da letto. Poi, quando nessuno ci sperava più, l’epifania: il cartello “camping Magali”. Si segue il cazzo di cartello, completamente a urla e intenti già a darsi pacche sulle spalle, convinti di essere dei veri lupetti. Si festeggia nonostante non si capisca più dove si stia andando a finire e se si tratti ancora della Francia. Sì che lo è, dice Pompina. Ma non basta ad evitare di scatenare una tormenta di bestemmie. Verso le dieci di sera, affamati e stanchi e con gesùbambino sufficientemente incazzato, voila il camping Magali. Che non è una reggia, ma almeno c’è la possibilità di balzare giù dal destriero e spararsi pane e formaggio sul cofano e di sbirrettare con sigaro nella verandina. Poi, nella tenda montata con savoir faire assai ténnico, c’è anche il tempo di un proevoluscion notturno mentre il resto del mondo conta già le pecore. JF e Logan dormono quasi una minchia ma l’indomani mattina è il momento dei signori. Si aggiorna il blog della Via Carmelo che gira l’Europa, si fa colazione con i meravigliosi saccottini di Auchan, si beve una poltiglia calda e scura chiamata caffé espresso, si chatta, ci si fa un tuffo in piscina, dove Logan – come nella migliore tradizione – smarrisce il preziosissimo telo da spiaggia. Non è il caso di drammatizzare, però, tantomeno di fare i sentimentali con il telo. Direzione: Marsiglia – o almeno lì nei pressi, dai.
Lungo la strada c’è il resto della Costa. Ergo pranzo al sacco a Cannes, con tentazioni marine presto soppiantate dal traffico sulla croisette. C’è pero un notabile buon caffé in extremis mentre la proprietaria della pasticceria rivela che il caffè italiano (cioè quello lì!) le fa venire il mal di testa. “L’ho bevuto una volta, a Ventimiglia… Mai più!”. JF e Logan vomitano bestemmie a bocca chiusa. Ecco Saint-Raphael/Frejus, dopo innumerevoli giri a vuoto con annessi insulti a Pompina. Logan acquista un nuovo telo da spiaggia che – manco a dirlo – non verrà mai usato in spiaggia. E sì, perché il mare a Saint Raphael non è male, ma nemmeno memorabile e lo spazio fra una persona e l’altra è meno che fra il mio water e il mio bidet. Inutile perdere ulteriore tempo, visto che il tramonto si avvicina e perciò anche l’ora di fuoco fra le 19 e le 20. E’ deciso: si va verso Marsiglia e boh. Ma dove, esattamente? [scopritelo nella prossima puntata]

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