venerdì 30 ottobre 2009

Chicco: Dove C'è Un Bambino

Fedelissimi utenti de La Tana del Grillo! Ho l'onore (nonché l'onere) di rendere pubblico l'esito del lussureggiante sondaggio dal titolo Chi è stato il personaggio più influente degli ultimi 150 anni di storia di Via Carmelo?. Chi poteva spuntarla se non l'uomo che ha ridefinito il concetto di capigliatura? Eh sì, proprio lui, Mr. Chicco del Red Lion. Trionfale secondo posto per Nonno Cherchi - che da lassù vigila su La Tana del Grillo e che è stato davvero la Storia di Via Carmelo - dietro al bancone del suo bar a pari merito con il duo delle meraviglie Zedda&Piras, compagni di mille battaglie dopopranzo e dopocena. Ma perché nessuno ha votato Al Capone? Mah... Ecco i dettagli, gente:

Chi è stato il personaggio più influente degli ultimi 150 anni di storia di Via Carmelo?
  1. Mr. Zedda & Mr. Piras [25%]
  2. Paperinik [0%]
  3. Angelinho Lai (sobrio) [0%]
  4. Nonno Cherchi [25%]
  5. Caesar (sobrio) [0%]
  6. Pibus [8%]
  7. Al Capone [0%]
  8. Pinuccio Solinas (sobrio) [8%]
  9. Chicco (con la coda) [33%]
  10. Guido Bagatta [0%]

giovedì 29 ottobre 2009

Road Trip - Parte Quarta

[riassunto delle puntate precedenti]
Appena messo piede a Carcassonne, non ci vuol molto a capire che esistono due realtà ben distinte: una moderna e abbastanza anonima nella parte bassa, l’altra (la Cité) su una rocca racchiusa da fortificazioni medioevali, con gente che ci entra dentro in Lamborghini. Una pacchia per i giapponesi e la loro esuberante tecnologia. Non ci vuol molto nemmeno a capire che si dormirà in macchina, signori. JF e Logan – dopo aver a lungo girovagato a caccia di un letto – cercano parcheggio a gratis nelle vicinanze della Cité e convengono che accanto ad un enorme vigneto sia cosa buona e giusta. Per confermare la loro prima impressione e marcare il territorio pisciano nel vigneto. Poi, come nelle migliori tradizioni del galateo, si passa direttamente alla cena, che ha luogo sopra il cofano e che – come molte altre volte nel corso del Road Trip – sarà pane e formaggio oppure solo pane. In quel mentre giunge minacciosa un’auto nera e una tizia dall’aria alquanto incazzosa abbassa il finestrino e (pur essendosi persa di poco la dissacratoria pisciata) abbaia contro i nostri eroi in inglese (!) anche se è chiaramente francese. Dice che lei abita lì vicino (embé?) e non vuole che le si rompano i cabasisi con tutte ‘ste macchine fra i piedi. JF e Logan mormorano qualcosa (non in inglese) e cominciano a pensare che liberté égalité fraternité un par di balle. Meno male che la Cité è clamorosa, almeno quanto due bicchieri di rosso che riportano sempre tutto in the mood e una gelataia semplicemente da urlo. Logan promette ad un turbato JF che l’indomani saranno proprio lì. Così sarà, infatti, ma soltanto dopo aver inaugurato la voiture by night in mezzo ai camper (con JF che utilizza Pompina per svegliarsi senza sole in faccia) e aver profanato – muniti di zainetto – un paio di cessi dei simpatici baristi di Carcassonne. Belli freschi si punta dritti verso la gelateria e ovviamente c’è un tizio pieno di orecchini e coi baffi a manubrio al posto dello splendore della notte prima. Un altro giretto, un paio di sospiri ed è ora di scoprire la tanto decantata (da JF) Tolosa, località alla quale Logan si riferirà per tutta la durata del viaggio chiamandola “Tolone”. Attraversati territori assolati e fantastici, con girasoli da una parte e vigneti dall’altra, i due inviati de La Tana entrano trionfanti nella regione dei Midi-Pyrénées, affamati come coguari sulle sponde della Garonna. Che è un fiume coi controcosi, se non lo avete mai visto. Tolosa, come previsto, conquista subito. Il centro storico è spettacolare ed è quasi tutto rosa, il ristorante indiano dove Logan sbrana due polli vivi è leggermente meno rosa ma l’efficacia più o meno è la stessa. Per riprendersi dal primo pasto degno di questo nome consumato dopo secoli di buchi nella cintola è inevitabile un simil-caffè e una sana dormita sul prato antistante la meravigliosa cattedrale, in mezzo ai passanti. Rinvigorito, Logan straccia a morsi una multa per divieto di sosta, poi viene impostata una pantagruelica cena a base di pane e formaggio, interrotta da una risata isterica che durerà all’incirca mezz’ora. Si è già stabilito di anticipare la partenza alla notte stessa, alla volta dell’Oceano Atlantico perché – e che cazzo, signori – ti fai il Road Trip e non ti bagni il culo nell’Oceano? Eh no. Prima però, essendo un sabato sera ed avendo voglia di birretta, c’è tempo per indagare i misteri del calcio transalpino in un pub irlandese che trasmette la prima giornata del campionato. JF sa che il Tolosa indossa la maglia viola ed è subito amore, in attesa di festeggiare un goal con decine di supporters ridotti a una mina sul bancone. Invece una mazza. Il Tolosa è affettato fuori casa da non si sa bene chi, mentre i presenti tifano sottovoce e con irritante educazione per l’Olympique Marsiglia. Al novantesimo, Logan riprende la macchina parcheggiata come da copione a qualche metro di distanza: un salto a visitare un’altra bella chiesetta illuminata a giorno e vai verso l’Oceano. Nel giro di un’oretta comincia a scenderne l’aria. Ci si ferma a dormire nei pressi di una stazione di servizio senza avere la minima idea di dove ci si trovi, mentre infuria un temporale pazzesco. La temperatura è poco sopra i 10° e il sonno è allietato dalle gocce grandi come noccioline sul tettuccio. L’indomani è ancora pioggia a catinelle. un rapido summit fra JF e Logan decreta ufficialmente che il bagno nell’Atlantico non s’ha da fare. Poche storie, dritti a Poitiers dove JF ha elemosinato un appartamento (tutto per loro) dall’amica F., in quei giorni a Berlino. Con il cuore colmo della speranza di poter dormire su un letto e di poter mangiare un piatto di pasta ci si fa tutta una tirata senza scalo a Bordeaux, dove si intravede una Garonna (o Gironda, se preferite) ancor più simpatica. A Poitiers si arriva all’ora di pranzo, previo avviso via sms a G., sconosciuta indigena amica di F., in possesso delle agognate chiavi di casa, che farà ricredere i nostri eroi a proposito della notoria antipatia dei cugini d’oltralpe. JF e Logan staccano finalmente la spina, si fanno la doccia, un aglio&olio e non mettono piede fuori di casa per un giorno e mezzo. G. (che parla italiano) viene invitata a cena la sera stessa, nella quale vengono disinnescate varie bottiglie di rosso e la serata scorre piacevolmente, nonostante la stanchezza che incombe. Andazzo simile pure l’indomani, quando si è convinti di lasciare Poitiers in serata per raggiungere il Mont Saint Michel, non proprio dietro l’angolo. In realtà Poitiers è molto bella e merita più di un semplice sguardo fugace. La serata termina con ovvio pit-stop in bar ristorante, dove si riconsegnano le chiavi a G., la quale è lieta di far assaggiare varie prelibatezze ai due vagabondi, accompagnate non esattamente da acqua smeraldina. Logan e JF insistono che a pagare devono essere gli ospiti – cazz – anche perché il conto sarà senza dubbio salato, dopo birre, vini, sciroppi, torte e foie gras. Tuttavia i nostri eroi scelgono il momento buono per giocarsi l’asso nella manica: JF intasca gli scontrini e al momento del pagamento toglie fuori la tessera non paghemmu un cazzu. Risultato: solo l’ultimo giro e il gestore che domanda gentilmente “andava bene?”. “Benissimo” risponde JF. L’uscita dal bar è un tripudio nella più bieca tradizione vacanziera italiota, con JF e Logan che si danno il cinque in salto ed esultano come al goal di Grosso, lungo marciapiedi vuoti ignari del misfatto. Il budget è quello che è, dunque il moralismo viene temporaneamente abbandonato. In ogni caso niente Mont Saint Michel ormai: è tardi e c’è troppo alcool in corpo. Le chiavi tornano ai due, che l’indomani si ricongedano da G., dopo abbondante colazione française. Via verso la Manica e boh. Mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco, però: il carburante è finito. Per fortuna mancano pochi metri al distributore, perciò scendi JF, spingi. Le braccia erculee del fondatore de La Tana conducono l’auto in salvo, ma serve la tessera – quella vera stavolta. Due o tre tizi rifiutano di prestarla dietro compenso, il che favorisce un’opinione nuovamente non troppo positiva sui francesi. Alla fine una simpatica cicciona si dimostra l’unica persona gentile del lotto (“mica vi lascio qui a piedi” dice a JF, che ripete “merci beaucoup” almeno trenta volte) e si può ovviare all’inconveniente. Si potrà così giungere all’agognato Mont Saint Michel?
[scopritelo nella prossima puntata]

mercoledì 28 ottobre 2009

Do You Remember?

Stamattina mi sono svegliato con una strana sensazione. Avevo la certezza di qualcosa. Dovevo fare qualcosa. Un appuntamento, tipo. Ma con chi? A proposito di cosa? Proprio oggi, un fottuto, qualunque, 28 di ottobre dell'anno del signore duemilaenove? Voi avete qualche idea?

lunedì 26 ottobre 2009

Progetti Futuri

Belle cose: dare un'occhiata guardinga qua; trovare questo post qua (cover degli Smiths - cari i miei giovani - mica pizza e fichi); scoprire 'sta roba qua. La prossima volta che vado ad Amsterdam (sì, la nuova puntata del Road Trip è in cantiere, tranquilli) mi metto la chitarra a tracolla. E pago il biglietto sull'autobus...

Listen to: Erlend Øye(Kings of Convenience): Mrs. Cold / Ask (The Smiths)

giovedì 22 ottobre 2009

Il Canto Del Gallo

Cinquant'anni e non sentirli. Bon anniversaire. (Sono Pazzi Questi Romani...).

Pinuccio La Cina

Lo confesso: sono stato testimone oculare di tutto ciò. Giuro. Chiedetelo al trenino turistico del porto. O al cavallo.

E Via Carmelooo... E Via Carmelooo...

Carissimi utenti de La Tana del Grillo: è con somma gioia che vi informiamo dell'esito dell'effervescente sondaggio dal titolo Con che cosa fa rima Via Carmelo?. Siete stati - come sempre - fantastici. Tanto da aver selezionato Via Carmelo come risposta. Il principio di identità della Tana: Via Carmelo=Via Carmelo. Elementare, Watson. Che meraviglia. L'unica opzione apparsa almeno lontanamente percorribile è stata quella che riguardava la soppressione fisica di Felipe Melo ma, alla fine, il giocatore israeliano di ieri sera ha portato a termine la missione. Idolo. Ma andiamo a cercare - come si suol dire - il pelo nell'uovo, andando a controllare i dettagli:

Con che cosa fa rima Via Carmelo?
  1. Posa il telo [0%]
  2. Sotto un velo [11%]
  3. Di primo pelo [11%]
  4. Senza cielo [0%]
  5. Abbasso Felipe Melo [22%]
  6. 'azz che gelo! [11%]
  7. Troppo zelo [11%]
  8. Via Carmelo [33%]

mercoledì 14 ottobre 2009

Tutta La Birrettaaaaa

Cari amici vicini e lontani. Un po' in ritardo - La Tana del Grillo in questi giorni d'ottobre è abbastanza impegnata - vi diamo conto del clamoroso sondaggio intitolato Come vorresti che fosse La Tana del Grillo?. L'ha spuntata l'opzione più semplice, ovvero la birretta, che ha tronfato nonostante altre validissime opzioni quali, per esempio, l'essere anche noi su fèisbuc. Gli utenti della Tana sono persone di poche parole e, soprattutto, hanno sempre sete. Non si comprende come mai nessuno voglia essere equo e solidale oppure ugro-finnico. Valla a capire la gente. Ecco comunque i dettagli, cari amici vicini e lontani. Ci si sente presto.

Come vorresti che fosse La Tana del Grillo?
  1. Equa e solidale [0%]
  2. Full optional [6%]
  3. Su Facebook[13%]
  4. Very internèscional [6%]
  5. Più latte meno cacao [13%]
  6. Ugro-Finnica [0%]
  7. Bella come Platamona [6%]
  8. Una gioiosa macchina da guerra [13%]
  9. Solid and simple [13%]
  10. Basta così: dammi una birra [26%]

mercoledì 7 ottobre 2009

Questa Stanza Non Ha Più Pareti, Ma Alberi



Visto di recente, in seguito a suggerimento di affezionata utente de La Tana. Una chicca, signori. Ah, se poi siete curiosi di sapere alcuni retroscena riguardanti la versione originale, cliccate qua.

lunedì 5 ottobre 2009

Road Trip - Parte Terza

[riassunto delle puntate precedenti]
La destinazione (casuale, ovviamente) è il rinomatissimo camping La Rivière, in una pseudo tanca di ferula alle porte di una tanca di ferula alle porte di Marsiglia. Lo gestisce un tizio che è un incrocio fra Mark Knopfler e Jigen, e che dopo lunghe trattative ci indirizza a gesti in uno spiazzo vuoto in cima ad una specie di rupe, ben distante dalle altre tende civili, a prezzo di favore. Fra le 19 e le 20 parte il consueto festival di bestemmie, scaturito dalle difficoltà nel reperire adattatori di prese italiane. Nascerà, da qui in poi, un altro grande amore: quello con i vari Géant Casino sparsi in tutta la Francia, a partire proprio da quello di Septemes Les Vallons, dove – manco a dirlo – non si trova una mazza che una che risponda alle nostre esigenze. Si torna dunque all’elegantissima residenza e si termina la serata stremati, con la voglia di farci giusto un panino e forse una birra e di andare a nanna presto. In effetti, se aggiungete una porzione di frites – preparata nel bar del campeggio dalle condizioni igieniche opinabili – e almeno sei o sette bottiglie di birra, il progetto viene ampiamente rispettato. Inoltre si viene a sapere con entusiasmo che la location destinata al sonno notturno è talmente a prezzo di favore che non solo c’è la silenziosissima autostrada a venti metri ma i sassi possiedono la bella abitudine di fare rapidamente amicizia con le nostre schiene. Ergo: non si riesce a dormire una minchia e se non ci riesce neanche Logan (che sotto di sé ha in realtà una specie di K2 in miniatura ad allietarlo) allora buona camicia a tutti.
Eroici, a dispetto delle avversità, l’indomani mattina è un pronti via verso Avignone, attraverso una miriade di paesotti provenzali che conquistano subito e che vengono paragonati subito a qualunque paese dell’hinterland turritano, giusto per avere delle certezze immediate. I più gettonati: Olmedo (per quelli che sono davvero uno sputo), Sorso o Alghero (gli intermedi, per così dire) e – last but not least – la Ziddai (per le metropoli). Avignone comunque è una favola e viene tutta assaggiata in giornata nonostante i buoni 30°, intervallati da una sosta rifocillante in ristorante vietnamita che (è deciso eh) sarà l’unica trasgressione fino a chissà quando. Dopo Palazzo dei Papi, Ponte, giri vari e aver guadato il Rodano in battello (al grido di battaglia di “Salpa Sassari!”, con gli altri passeggeri allibiti) si fa sera, ma di tornare in quel cesso di campeggio non se ne parla neppure. Al massimo si opta per la ricerca di un materassino che almeno ammortizzi i sassi posizionati sotto il culo. Ci si reca perciò in due o tre Géant Casino, invano. Inutile dirvi a che ora accade il tutto e come viene accolta la disavventura da parte di Logan e JF. Incazzati e stanchi i due si gettano nelle braccia di Marsiglia, con nelle orecchie strane storie sul vecchio malfamatissimo porto. Si giunge in città, proprio nel porto vecchio – che è il cuore pulsante del centro, a quanto pare – e c’è una quantità di gente impressionante. La zona malfamatissima è piena chiaramente di ristoranti di lusso, locali, pub e gente che ha il portafogli a fisarmonica. Logan non si smentisce e sfidando le leggi della fisica e il calcolo delle probabilità parcheggia senza perdere troppo tempo nella zona più centrale del porto. La città è bellissima, ma è stato stabilito che dopo il vietnamita il budget avrà la priorità su tutto, quindi zero cazzate. Conseguenza di ciò è una lieta sosta in piazzetta a discutere amabilmente in compagnia di cozze e gamberoni, seguita da pinta al pub irlandese e alla vista dall’alto di Notre Dame de La Garde, che è un po’ come se il Duomo di Sassari fosse a Osilo. Ci si addormenta poco dopo come sassi. Sui sassi.
L’indomani è tempo di fare ciao ciao con la manina al camping. Grazie ad un abile lavoro di coltello su presa made in italy già esistente ci si può connettere finalmente al web, durante la colazione. Si abbandonano La Rivière e Mark Knopfler e si prosegue verso ovest, previa tappa al Géant Casino di Arles per acquisto di cibo. Pranzo al sacco in Camargue, che ha come guest stars due bottiglie di Bordeaux e delle libellule multicolore grosse come tappi di sughero. Il caldo è asfissiante. Logan guida rigorosamente a pittorra, come se stesse tornando dalla Rotonda la domenica pomeriggio. In teoria la prossima tappa sarebbe Carcassonne, ma la strada è apparentemente infinita perciò – nei pressi di Montpellier – si fa una doverosa fermata ai box in un autogrill. Mentre si discute di quanto lungo sia il percorso, viene avvistato un pullman di quelli da viaggi organizzati, anche lui in pausa, che reca il cartello Sofia-Madrid-Sofia. JF e Logan si scambiano una rapida occhiata, sgranando gli occhi. Sì, sono proprio bulgari. Il tardo pomeriggio regala una brezza fresca che riporta i nostri eroi in vita. Ad un certo punto viene avvistata una costruzione gigantesca che si staglia in mezzo al niente, visibile da almeno 20 km di distanza: è Narbonne, e quella – verrà scoperto in seguito – è la magnifica cattedrale. Why not?, pensano i due. Pausa birretta con annesso concertino jazz in piazza e rapido sguardo alla cittadina. Che merita, come tutta la regione Linguadoca-Rossiglione (non manca molto alla Spagna, per intenderci). Da un lato vigneti, dall’altro girasoli. Vigneti anche dentro le piazzole all’interno delle rotonde. Ammazza. Il pensiero ai vini francesi rende il tragitto meno pesante e Carcassonne ormai non è più un miraggio. Tuttavia non si ha la più pallida idea di dove si andrà a dormire. Eureka! C’è una pensioncina-ristorante lungo la strada. JF e Logan chiedono lumi, facendosi pure due conti in tasca. Partono le trattative, ma non si capisce se c’è posto o meno, perché la ragazzina che riceve alla porta ogni volta entra dentro a chiedere spiegazioni a i veri gestori della faccenda. Finisce che si entra per saperne di più mentre è pieno di gente seduta su panche di legno che mangia tipo uno stufato. Una vecchia stronza, simpatica quanto i sassi del campeggio, parla con la ragazzina, che le spiega: “Ils sont italiens… Particuliers…” non sapendo che JF capisce lu franzesu. Poi la vecchia continua, trattando i due inviati de La Tana come due emigrati col fagotto in spalla da fine ottocento. L’oltraggio alla patria è tale che JF si incazza, mandando praticamente affanculo vecchia e ragazzina e portando il deretano in fretta e furia sopra il sedile dell’auto. Basta: si troverà un posto per dormire a Carcassonne. Ne siamo proprio sicuri?
[scopritelo nella prossima puntata]

Tu Sei Fottutamente Speciale



Beh. Trovato qua eh, tanto per cambiare. Ahò. Everybody. Oh yeah.

giovedì 1 ottobre 2009

Magic Moments

Ehi gente! Come avete forse notato guardando sbadatamente in alto a destra, si è concluso l'inesorabile sondaggio intitolato Che cosa rende magica Via Carmelo?. E - chi lo avrebbe mai detto - il folto pubblico votante ha decretato Via Al Carmine quale motivo principale di tale magia. Altro che tombe fenicie (pare che Angelino Lai in persona abbia compiuto l'affascinante scoperta, poco tempo fa durante un'ispezione in cantina), altro che leggendari mondiali di calcio. Il miracolo della Via Carmelo che conta è dato da questa sua duplicità, dalla meraviglia di un nome che non è quello scritto sulla targhetta, quello ufficiale insomma, ma quello che è divenuto di uso comune. Il nome dell'amore. E voi - carissimi utenti - non potevate non considerarlo. Stupisce tuttavia che nessuno abbia fatto cenno alla vicinanza con il Lago Bajkal, che è davvero a un tiro di schioppo dalla redazione de La Tana del Grillo. Mah. Andiamo al sodo, che è meglio:

Che cosa rende magica Via Carmelo?
  1. La latitudine [9%]
  2. I lavori in corso [0%]
  3. La vicinanza con il Bar Grandi [0%]
  4. Il chiamarsi in realtà Via Al Carmine [45%]
  5. I geyser [0%]
  6. La Tana del Grillo [9%]
  7. La vicinanza con il lago Bajkal [0%]
  8. Magic Johnson [9%]
  9. Le tombe fenicie [18%]
  10. Italia-Germania 2-0 dts [9%]