mercoledì 22 dicembre 2010

Giù Le Mani Da Angelino!

Carissimi utenti, cittadini, avventori. La Tana del Grillo ha appreso questa mattina la drammatica notizia dell'ignobile pestaggio di cui è stato vittima Angelino Lai. Per quei pochi che non conoscono Angelino (dove cazzo vivete, su Marte?): trattasi del titolare del Bar Grandi, nonché sponsor ufficiale (mica lo sponsor tarocco) della Tana, dell'Atletico Tana di Grillo, dei Pizzinni e di gantu vinné. Un vero capobranco, insomma. Ebbene, carissimi: avantieri notte, pare verso le due del manzano, Angelino è stato aggredito e rapinato sotto casa. Gli hanno sottratto l'incasso che aveva con sé (mille euro) e lo hanno conciato per le feste. Una vergogna, con la V maiuscola. Non abbiamo ancora letto La Nuova, ma si narra di costole fratturate e lesioni varie. Cazzu, verrebbe da dire, se non fossimo ancora scottati dalla vicenda. Promettiamo, se possibile, succulenti retroscena e notizie di prima mano. Nel frattempo, invitiamo VOI (utenti, cittadini, avventori) ad aderire alla campagna "Giù le mani da Angelino!", indetta da La Tana del Grillo a partire da abà: commentate questo post, votate nel sondaggio che comparirà fra qualche minuto, fate sentire ad Angelino tutta la vostra solidarietà. Perché una cosa del genere non deve più accadere. Perché vogliamo che le nostre strade siano di nuovo sicure. Che i nostri figli possano scorrazzare e rompere i coglioni ai vicini senza preoccuparsi delle conseguenze. Perché Angelino non si tocca. E boh.

Braghette Allegre Never Die

Altro che vacanze. Secondo gli addetti ai lavori - ovvero gli utenti della Tana che hanno partecipato allo spasmodico sondaggio che vedete nei dintorni - il rientro natalizio sarà tutt'altro che riposante per JF Sebastian. Orde di mamme inferocite, test del dna, scartoffie da firmare, dinà che se ne vanno e addio sogni di gloria. E' questo lo scenario che si prospetta, almeno nei prossimi giorni, brutti bastardi. In realtà il rientro in Via Carmelo è stato caratterizzato da ben altra news, che oscura ovviamente questo misero post. Vedere fra pochi minuti più in alto.

Da che cosa è atteso JF Sebastian al suo rientro in Via Carmelo?
  1. Squilli di tromba 1 (4%)
  2. Lancio di pomodori 1 (4%)
  3. Tappeti di rose 0 (0%)
  4. Figli illegittimi 13 (54%)
  5. Sosia 1 (4%)
  6. Arresti domiciliari 5 (20%)
  7. Struzzi 2 (8%)
  8. Spiacevoli sorprese 0 (0%)
  9. Rullo di tamburi 1 (4%)

giovedì 16 dicembre 2010

Sassari, Allaccia Le Cinture!

Voci di corridoio (ma del tipo: in fondo a destra, del corridoio) danno una Via Carmelo nuovamente caput mundi a partire dalla giornata di domani. Si narra di un JF Sebastian in persona - notizia pero' non ancora confermata da fonti ufficiali - in procinto di attraversare mari, monti e baguettes per insediarsi nuovamente sul trono dorato di Via Carmelo number five. Tuttavia, come di consueto, le forze del Male tramerebbero contro La Tana, sottoforma di nevicata coi controcosi (controfiocchi ci pareva brutto) prevista per la nottata. Riuscirà JF a prendere il treno di mezzanotte (si', cazzo, come Cenerentola), issarsi oltre i Pirenei e raggiungere l'aeropuerto in mattinata, fresco come una rosa appena sbocciata? Per saperlo: stay tuned on La Tana del Grillo.

venerdì 10 dicembre 2010

Su La Testa

Dicembre incredibile in Via Carmelo. Non bastava l'introduzione del doppio senso di circolazione, ecco un'ulteriore novità. In base ai voti degli scintillanti utenti de La Tana (a onor del vero ben pochi: record NEGATIVO di voti, cazzu diauru!) che hanno deciso di prendere parte all'apocalittico sondaggio di cui sotto, a breve sorgerà dalle parti del nostro quartier generale una nuova perla. Non paga dell'omaggio reso attraverso Corso Trinità, la comunità cittadina ha deciso di edificare un terzo grattacielo (quelli di S.Maria di Pisa non fanno testo), che andrà ad arricchire lo skyline turritano dopo i fasti degli anni settanta che hanno indelebilmente modificato la vista di qualunque passante fra Monte Bianchinu e Bancali. Del resto, accade spesso che non ci sia due senza tre: per esempio la trilogia berlinese di David Bowie, RaiTre o la Triplice Alleanza. Come poteva Sassari rimanere indietro rispetto al flusso costante della contemporaneità? Non poteva. Per la prevista inaugurazione musica dal vivo, gadget de La Tana e doppia consumazione al bancone: accorrete numerosi. E portatevi le spiaggine da casa.

Che cosa accadrà a breve in Via Carmelo?
  1. Cose che voi umani non potreste immaginarvi 0 (0%)
  2. Diventerà bella e impossibile 0 (0%)
  3. Scomparirà da Google Maps 1 (6%)
  4. Parecchi chili in più 2 (13%)
  5. Ci costruiranno il terzo grattacielo 7 (46%)
  6. Celebri pittori a una mina 3 (20%)
  7. Un cazzo 2 (13%)
  8. Tutto ed il contrario di tutto 0 (0%)

lunedì 6 dicembre 2010

Porto(bello)

Carissimi utenti militanti, voi che seguite le vicende internazionali de La Tana nonostante le intemperie e gli agenti atmosferici (che ci sono storicamente nemici), rieccoci ai posti di comando dopo circa una settimana trascorsa perlopiù a riprenderci dal fuso orario portoghese (ben un'ora). Come promesso, eccovi servite le peripezie della Tana sull'Atlantico: l'odore del baccalà sul giubbotto ne è una testimonianza inconfutabile. E se non credete ai vostri occhi e neppure alle vostre orecchie, ebbene, crederete ai vostri nasi. La Tana dunque in escursione in terra portoghese, attraverso tappa londinese accompagnata dal più classico dei pranzi al sacco e da dormita su svariate panchine (tenetelo presente: non saranno le ultime). Per la cronaca: Limoges abbandonata con temperatura ben inferiore allo zero e paesaggio circostante monocromatico tendente al bianco ottenuto col dixan. Com'è ovvio, si pensa che Porto offrirà un netto miglioramento: magari ci sarà vento, ma non ci sarà mica lo stesso freddo, no? Com'è altrettanto ovvio, l'arrivo in nottata mostra subito il trend del weekend: un freddo da cagarsi. Porto è illuminata a giorno ma nonostante sia un venerdi' sera non è che ci sia tutta 'sta gente in giro. Il termometro intorno ai 6° e l'umidità a palla fanno capire immediatamente il perché, pero' si è troppo stanchi per saperne di più. L'indomani si divora una quantità improponibile di cibo a colazione e si parte gambe in spalla, muniti del manuale delle giovani marmotte, rigorosamente in francese. Innanzitutto una precisazione: Porto è a picco sul fottuto fiume Douro. Il che significa che per arrivare dall'albergo al quartiere della Ribeira, cioè il centro storico, si scende di molto. E significa anche che per rientrare in camera si prende la funicolare. Tuttavia la Ribeira è un posto meraviglioso, con quella malinconia tutta portugal e quel connubio a prima vista sconcertante fra barocco, colori, profumi, chiese ogni due metri, miseria e decadenza. Inoltre il Douro, che sfocia 4 km più ad ovest, spacca di brutto ed è enorme. Il primo tentativo di seguire i consigli delle giovani marmotte si rivela infausto: mezz'ora alla caccia di un ristorante rinomatissimo (per i francesi, perlomeno) che si scopre non esistere più. Si ripiega su autentico zilleri locale, che offre per cifra ridicola baccalà e birroni. Il proprietario ha il baffone e la moglie cucina: nulla da eccepire. Accanto due francesi, incuranti del piatto del giorno (indovinate quale), che ordinano due hamburgers. Partono gli insulti in sassarese. Al momento del conto il proprietario viene a conoscenza della nazionalità tricolore del vostro affezionatissimo e chiosa, allisciandosi il baffo: "qua... niente maccherone". Tempo di spremuta d'arancia (che qua è un'istituzione) e dolci molto buoni ed esplorazione che prosegue anche nel pomeriggio, per terminare con un lavamano di polpi al riso e una scudisciata di baccalà (ah no?), differente dal pranzo e ugualmente di livello. Stavolta promosse le giovani marmotte. La domenica è il momento di completare il tour nel resto della città (il cui centro è di dimensioni ridotte), di assaggiare un'orata arrosto da sballo, di bere tanto Porto e di dare un'occhiata anche ai dintorni. Percio' obbligatorio passaggio sul ponte più importante, che offre una vista spettacolare e - soprattutto - gita in battello (battello in realtà è un parolone) lungo il Douro, mentre degli altoparlanti diffondono L'italiano di Toto Cutugno, rimodellata in portoghese. Infine l'Oceano. Ci si arriva col tram (non il bus, il tram vero, anche se sembra roba da museo: sferragliante, con l'autista che si porta appresso la famiglia e una cordicella per richiedere la fermata) in pochi minuti, il tempo di capire che la passaggiata è piena di gente. La vista è magnifica ed inquietante, anche se sembra di trovarsi a Porto Torres, complice forse lo scorcio del porto commerciale che si intravede a nord. Memorabile scena di due portoghesi, conciati come mondezzini (caratteristica, ahimé, locale) che abbordano due tizie probabilmente russe, che schifo non fanno, e che mostrano di gradire assai le attenzioni tutte latine. La cornice degli eventi è un freddo ancora più intenso dei giorni precedenti, ed è accompagnato dalla sconvolgente abitudine di non usare il riscaldamento nei locali pubblici. Come se non bastasse, le porte sono sempre aperte, per fare entrare e uscire a piacimento i simpatici avventori. Giova dire che i portoghesi sono vestiti (male) come se fossero in primavera inoltrata, ma dalla loro c'è una gentilezza sincera ed una sorprendente attitudine a parlare francese (dopo i tentativi di dire tre parole in portoghese che solitamente sono "parla inglese?", "parla francese?" o perfino "parla italiano?", lette direttamente dal dizionario tascabile e pronunciate in maniera orripilante). Purtroppo, la notte incombe, e con esso un bel soggiorno in aeroporto (l'aereo è strategicamente previsto per le 6 ora locale). Ancora un fantastico zilleri - i piatti arrivano dal piano di sopra, le birre belle fresche e tutti hanno più meno i baffi e guardano il campionato di calcio alla tv - e via. Ora, l'aeroporto di Porto è nuovissimo, bellissimo ed uno dei più moderni d'Europa. La drammatica lacuna è che - come oramai potete immaginare - non è riscaldato. Ne consegue notte di inferno trascorsa a bestemmiare in sassarese contro baccalà, Cristiano Ronaldo e omino delle pulizie, colui che ogni dieci secondi si presenta alla guida di un mega scooter con le spazzole con l'intento rendere il pavimento che hai sotto il culo alle 4 del mattino splendente come se fosse giorno. Le panchine, poi, non sono comode come quelle del venerdi' e la fila che si crea in un nanosecondo per i controlli, mentre provi a combattere il mal di testa galattico con un thé, rendono l'umore, per cosi' dire, mutevole. Per fortuna che l'addetto ai controlli, mentre ti levi la cintura dai pantaloni, ed avresti bisogno di altre tre paia di mani per tenere tutto sotto controllo, vede la carta d'identità ed esclama, felice: "Italiano!" "Eh si'" "Di dove? Milano? Roma?" "No, Sardegna." "Ah, Sardegna! Bella, l'Italia!". Si vede dalla faccia che quello non sa neppure dov'è, la Sardegna. Eppure basta, per sentirsi meglio. E per ritenere - per la prima e forse unica volta - comodi i sedili di un volo ryanair.