martedì 28 giugno 2011

Bastardo Spaziale! Mi Hai Distrutto Un Pino!

Cari amici ma soprattutto amiche della Tana, siamo qui riuniti per celebrare quanto è accaduto nel cardiovascolare sondaggio della settimana (in realtà di due settimane fa: vabbè cazzo, fa caldo). Come d'abitudine ormai dalle parti del blog più amato dai tanti trafficanti di organi che vivono in Via Carmelo, i voti sono sempre di meno e il vincitore del sondaggio non è mai uno ma sono almeno quarantacinque. Chi scrive può testimoniare che il viaggio di ritorno non è stato esente dai pericoli ma che la sua Ritmo è arrivata all'aeroporto Riviera del Corallo tutta intera, dopo che Doc ha garantito che le riserve di plutonio sarebbero state sufficienti. Ora, ovviamente, stiamo aspettando ripercussioni da parte dei libici.

Con quale mezzo di trasporto tornerà stavolta JF in Via Carmelo?

Con lo skateboard
  0 (0%)
Con il salvagente
  0 (0%)
Con una Fiat Ritmo
  2 (22%)
Con il tappeto volante
  1 (11%)
Con uno shuttle
  2 (22%)
Con la mongolfiera
  1 (11%)
Con il pedalò
  2 (22%)
Con il cammello
  1 (11%)

martedì 21 giugno 2011

Pizzinni d'Andera, che peccato!

dai nostri inviati JF Sebastian e Logan Fowler

IIIa giornata: Pizzinni d'Andera vs Non lo so: 4-7 (Onnis, Mulas, Mulas, autogol)

Secondo appuntamento stagionale per i Pizzinni d’Andera nella Summer Zentrum League e – ahinoi - prima sconfitta. Capitan Mulas e compagni, reduci da un esaltante 4-4 nel primo rendez-vous dalle parti dello Zidane nazionale, vengono purtroppo superati 7-4 da una formazione di cui nessuno conosce il nome, ma che è infarcita da elementi la cui provenienza iberica è rivelata tanto dai consueti “puta madre” dispensati senza soluzione di continuità, quanto dai dubbi gusti in fatto di acconciature. Le avvisaglie di quella che sarà una luuunga serata ci sono tutte, dall’inspiegabile assenza proprio di Zidane (!) dietro al bancone ad Onnis che nel riscaldamento centra l’unico buco a disposizione e spedisce il pallone direttamente a S.Pietro in Silki, per finire ancora con Onnis che, dopo pochi minuti di gara, viene colpito duramente da Butragueño, si scaviglia all’istante ed esce dal terreno di gioco sorretto dalle forti braccia di capitan Mulas e di André The Giant.
Cazzo diavolo, titolano già le principali testate giornalistiche della zona.
Match quindi tutto in salita, con i Pizzinni che non hanno più nessuno in panchina e con De Roberto che pensa oh cazzo ed è già agonizzante e alla ricerca delle bombole ad ossigeno che Zidane tiene di solito nascoste nel suo personale bunker sotto le docce. Quando Zubizarreta prende un goal evitabile ed i Nostri vanno sull’1-1, rimediando alla disattenzione che ha concesso il vantaggio agli avversari, la sensazione è che i Pizzinni possano comunque giocarsela, complice un insuperabile Gelanio, galvanizzato dall’aver portato a buon fine, nel corso della giornata, titaniche imprese alla facoltà di medicina. Il problema è che, là davanti, non si segna manco morti. Calisai e Mulas centrano tutti i legni disponibili, accecano il portiere con un ramo nel suo unico occhio centrale, creano con i loro possenti scatti scosse telluriche percepite fino alla Nuova Zelanda, eppure il risultato è sempre lo stesso: un cazzo. Come se non bastasse, una scorribanda di Calisai – che ricordava del resto la sua celebre marcatura ai mondiali di Svezia del ’58 – conclusasi con l’aver dribblato tutto il Villareal e aver messo a segno una meritatissima rete, viene vanificata dal fischio arbitrale che concede una punizione dal limite per una precedente entrata in scivolata.
Ma che cazzo ma che diavolo, viene già diffuso sulle prime agenzie Ansa.
Il primo tempo termina perciò con i Pizzinni sotto di due reti (3-1) e incazzati come bisce. Durante l’intervallo a Mulas e compagni vengono chiaramente somministrati farmaci proibiti ed i primissimi minuti al rientro dagli spogliatoi è spettacolo: manovre avvolgenti, tocchi di prima, triangolazioni, compagni di squadra mandati sapientemente affanculo. I Reds rientrano così in partita, raggiungendo l’Albacete sul 3-3 e dando addirittura la sensazione che magari potrebbero non fermarsi qui e continuare la sfida ad Osilo, tipo. Il clima è rovente e le gambe cominciano a pesare: Gelanio salva alcune pericolose incursioni ospiti e trova perfino il tempo per rimettere in riga uno Julio Salinas che aveva pisciato fuori dal vaso, mentre le squadre sono sempre più sfilacciate. I Pizzinni continuano a litigare col goal: Zubizarreta non solo riesce a sfiorare la traversa con la punta del baffo ma quando proprio non ci arriva sposta la porta col telecomando ed in tal modo può continuare ad urlare “vamos” come se niente fosse. L’ovvia conclusione del match sono un paio di contropiedi alla sangria, che Gelanio blocca parzialmente, senza fare i conti con il sesto uomo dell’Osasuna che si materializza ogni volta sul secondo palo per ribadire a porta vuota. Inutili le veementi proteste per la posizione di fuorigioco. I Nostri corrono come un toro agonizzante e tutto quello che vorrebbero è un canestro da tre punti, possibilmente con fallo sul tiro. C’è pure il tempo per un cammeo dello scavigliato Onnis, che mette a repentaglio la salute solo per onorare la maglia e per un Calisai che prende la via della panchina in stile Rodman dei bei tempi andati. È 7-4 al triplice fischio finale per lo Sporting Gijon, nonostante la prestazione tutt’altro che deludente dei Pizzinni d’Andera.
Per finire, momenti di isteria collettiva nel post-partita, quando viene scoperto che una delle squadre partecipanti alla Summer Zentrum League si chiama SCHWARZNEGRE. Ogni commento è superfluo. Buona camicia a tutti.

Pagelle coi baffi di Logan Fowler

SOLETTA voto 8,5: Che rientro!!! "Gelanio" incassa quasi esclusivamente gol senza difesa, per il resto leva tutto, sicuro tra i pali e cattivo in uscita. A volte potrebbe bloccare alcuni palloni che per eccesso di sicurezza, devia in angolo, ma nel complesso gioca una gara veramente di alto livello, mvp della partita per i Pizzinni ... PROFESSIONISTA

DE ROBERTO voto 7: Rientra dopo mille anni di assenza, e fa vedere tutto il meglio del suo repertorio. Ordinatissimo, in difesa sempre cattivo al punto giusto, deve trovare maggior intesa con il colonnello K.; si permette pure il lusso di uscire dalla difesa palla al piede e smistare. Nel secondo tempo "French Toast" si fa vedere, con poca fortuna, in zona gol. Atleticamente sta bene... I'M BACK

MULAS voto 6,5: Malino Il Mulo in difesa e in attacco, troppo lento a girarsi e troppo impreciso sotto porta. Grande movimento senza palla e buone intuizioni per i compagni in zona gol. 2 reti vanno benino ma, per il numero delle occasioni avute sono comunque poca cosa... INCESPICANTE 

ONNIS voto n.g.: Prende un brutto calcio nei primi minuti che gli gira la caviglia e lo costringe alla panca forzata.. Negli ultimi istanti di partita "Re David" getta il cuore oltre l'ostacolo e prova comunque a dare una mano ai Pizzinni... SFORTUNATO

CORADDUZZA G. 7: Partita solida e cattiva, ma a volte poco lucida sotto porta. In difesa veramente impossibile da saltare 1 vs 1, da equilibrio a tutti i Reds. Dovrebbe osare di più in zona gol, ma pure a lui piace troppo giocare con gli altri... ed infatti il "Colonnello K." ha grandi intuizioni, costantemente, per i ragazzi lì davanti. SOLIDO

CALISAI voto 6,5: Peggio della prima uscita dal punto di vista tattico, soprattutto in attacco. "Fabricio da Lima" fatica a trovare la posizione e, per ricevere palla, si abbassa troppo a ridosso della difesa, consentendo al pressing avversario di marcarne 3 con 1-2 persone... Segna una gran gol che gli viene ingiustamente annullato per applicazione della norma del vantaggio. Gioca una partita generosissima e ricca di corsa, ma a volte si intestardisce con il dribbling di troppo... Un paio di azioni 1-2 con il Mulo di Sanpaoliniana memoria... TESTARDO

lunedì 13 giugno 2011

Mi Mancano Ancora Queste Cazzo Di Tende

Cari amici ma soprattutto amiche della Tana, siamo lieti di ritrovarvi per approfondire l'esito del sanguinolento sondaggio della settimana. Un sondaggio - come spesso accade nel blog più amato dalle zanzare anofele che infestano Via Carmelo - che ha sancito la netta superiorità di un uomo (lo potete ammirare nella foto qui accanto, nonché cliccando proprio qua) ed ha per l'ennesima volta sottolineato la decisa presa di posizione degli elettori, schierati in massa contro le futili occupazioni da pensionati. La risposta del popolo, insomma, è stata assolutamente chiara ed del tutto esente da rischi interpretativi. Per tutte le altre attività indicate - volenti o nolenti - c'é mastercard.

In contumacia JF che cosa sta accadendo in Via Carmelo?

Sono cresciuti i baffi
    0 (0%)
Rivoluzione!
    0 (0%)
Se ne stanno bevendo mille
    1 (7%)
E uno e due, e un-due-tre-quattro
    2 (14%)
Stanno girando un porno
    3 (21%)
rgtzrgietreztr'(nç_u/!!c eh@ezxzig
    1 (7%)
Si sono estinti i brontosauri
    3 (21%)
Avanti un cazzo
    4 (28%)

giovedì 9 giugno 2011

All These Places Have Their Moments

Congedata a malincuore la cara vecchia Dublin - come abbiamo anticipato nel post precedente - la nuova meta della Tana è dall'altra parte del Mare d'Irlanda. L'aereo che ci condurrà in quel di Liverpool è gremito da personaggi di dubbia sobrietà vestiti con la maglia di Rooney - quella del Manchester United, pero'. Affiorano dubbi amletici. Liverpool è adagiata su una sponda del gigantesco estuario del Mersey (non ci riesco a dire la Mersey, scusate): dall'altra parte del fiume, infatti, ci sono soprattutto ciminiere, fumo, grigio e qualcosa che dal finestrino sembrerebbe una specie di colata di fango. L'aeroporto di Liverpool è davvero speciale, non foss'altro perché si chiama John Lennon Airport, le cui pareti sono corredate da frasi provenienti da celebri canzoni di chi potete facilmente immaginare. La migliore (nonché la più adatta alle circostanze) è ovviamente "above us only sky". Oh yes, pensiamo. Appena saliti sul bus che ci porterà in centro un tizio dalla pancia enorme, l'impermeabilino rosso e la faccia di chi conosce ogni singolo anfratto del bancone, sale e chiede con tono gentile a tutti i presenti se siamo davvero sicuri di aver preso il bus giusto. Sgraniamo gli occhi. Poi quello ci saluta ancora più gentilmente ed il bus parte. Attraversiamo campagne piene di campi di cricket e di casette a mattoni rossi. Penny Lane è proprio da queste parti (ma non ci andremo), Strawberry Fields pure. Il centro corrisponde al cosiddetto Liverpool One, frutto di recenti lavori di bonifica,  ammodernamento e chi più ne ha più ne metta e che - ahinoi - è semplicemente una serie di vie in mezzo a palazzoni grigi farciti di centri commerciali colorati. E' domenica e 'sti cazzo di centri commerciali sono tutti aperti. Lo si capisce anche dal fatto che la gente passeggia con le buste in mano emanando una scia profumata di patatine fritte. Diciamocela tutta: l'impressione, dopo circa 15 minuti di camminata, è che Liverpool (si, sappiamo dei bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale) sia un autentico cesso. Sconfortati, ci dirigiamo quindi verso l'Albert Dock, zona del porto a cui è stato rifatto il trucco ed ora è un viavai di turisti che vogliono visitare i vari musei, fra cui - manco a dirlo - il Beatles Story, di chioschi di gelati e di gabbiani. Il museo dedicato ai Fab Four è la sola ragione per cui ci troviamo qui, oltre al fatto che il biglietto aereo costava 5 euro e che lo scalo era necessario per tornare a casa. Se vi state immaginando chissà quale incredibile ingresso per entrare al museo (ve lo state immaginando? Dite di si'), be' avete sbagliato in pieno. L'edificio è - ma va? - a mattoni rossi e vi si accede con una piccola e discreta scalinata dello stesso colore. Prezzi non proprio popolari ma chi se ne frega. Anche qui, tutti gentilissimi. Sono le ultime ore di apertura e, oltre a noi, ci sono giusto alcuni turisti giapponesi. Audioguide e via. Se vi piacciono John, Paul, George e Ringo, andateci. Noi non siamo rimasti delusi. C'è la ricostruzione di qualunque cosa abbia a che fare coi Beatles, dagli strumenti alle locandine, ai locali e alle stradine in cui hanno cominciato la loro carriera (con tanto di topo finto). Si puo' fare un giro dentro allo Yellow Submarine oppure provare gli specchi psichedelici del Sgt. Pepper o ancora sedersi in aereo in attesa di compiere il primo tour negli USA. E si ascoltano le canzoni. A livello di gadget, poi, c'è tutto ed il contrario di tutto, basti pensare che nello shop del museo (all'uscita) è possibile acquistare il certificato di nascita (giuro) di Ringo Starr per circa 25 sterline, oltre ai più prevedibili occhialini di John Lennon ed a un milione di altre cazzate del genere. Rinfrancati dal Beatles Story usciamo a goderci (eufemismo) il resto della città. Premessa: ogni dieci minuti piove, a volte anche a catinelle. La cosa che ci colpisce - non scherziamo affatto - è che comunque Liverpool non sfrutti i Beatles come sarebbe stato lecito attendersi. Tanto per dare un'idea: a Dublino la Guinness è veramente dappertutto con le sue pinte ed i suoi tucani, a Liverpool i Beatles non sono altrettanto presenti. La città è proletaria e con un'anima poco incline al turismo (lo dimostra anche il nostro magnifico hotel, che in un'altra città avrebbe avuto un prezzo impossibile per le nostre tasche). Fatto sta che abbandoniamo l'Albert Dock e ci lasciamo guidare dalla vista dell'imponente cattedrale anglicana, apparentemente non troppo distante, che rappresenta un po' la nostra stella polare. In realtà camminiamo per mezz'ora e la cattedrale assume sempre più i contorni di un'oasi nel deserto, diventando ancora più lontana. Per orientarci utilizziamo la bellezza di un foglio di google maps stampato a Dublino ed una sorta di guida che abbiamo trovato qui. Giungiamo infine a ridosso della cattedrale (che in effetti è splendida), attraversiamo Chinatown e finiamo come per magia presso l'altra cattedrale, quella cattolica. Esausti e con istinti cannibaleschi, ci rendiamo conto che quel tanto decantato ristorante greco è esattamente di fronte. Inutile dirvi come va a finire. Il proprietario e la moglie (ciprioti, probabilmente) sono fantastici e stanno tutto il tempo a chiacchierare con noi di differenze culturali, di cucina e di cazzi loro con un improbabile accento british. Noi nel frattempo ci abbuffiamo di moussaka, di pita e di altre squisitezze. Non ce ne voglia Via Usai, ma qua è tutta un'altra storia. Ventre pieno e gambe in spalla, si continua verso nord-est, cioè in direzione del St. Georges Hall, del Liverpool Empire Theatre, dello splendido St.John's Garden. E' il tramonto e questa parte di Liverpool - più periferica ma molto più autentica - ci fa ricredere. Inoltre abbiamo un'aspetto talmente professional che una coppia di brasiliani ci ferma per chiedere indicazioni e scoprirà di dover andare dall'altra parte della città con le valigie in mano. Il rientro verso l'hotel è preceduto da lunga passeggiata lungo Victoria Street, passando per la mitica Mathew Street, e quindi di fronte al Cavern (paraculo come era facile immaginare). Sono le 10 di sera e ci sono i bar al piano terra con la musica anni ottanta a palla e la gente che si dimena. Altrove, c'è gente che guarda alla tv del pub i goals del campionato spagnolo. L'indomani la partenza è prevista abbastanza chizzo, anche perché l'aeroporto è annunciato come particolarmente caotico, con possibilità di file interminabili. Per non rischiare arriviamo in anticipo e non c'è un cane. Abbiamo tuttavia il tempo di acquistare t-shirt alla metà del prezzo del Beatles Shop, plettri, tazze e quant'altro. Il viaggio ormai è finito e l'unica cosa che ci vorrebbe (oltre al sandwich al tonno) è una bella doccia. Dopo aver sonnecchiato per oltre un'ora, atterriamo placidamente: siamo fra i pochi che non siano inglesi in vacanza. Sprintiamo come Bolt per fare per primi i controlli, convinti di sbrigarci in fretta. Purtroppo alla dogana c'è un controllore fantozziano che non è convinto della mia carta d'identità. Ci spiega con la sua faccia di cazzo che c'è stata un'allerta sulle carte d'identità italiane falsificate. Ovviamente gli stessi controllori si dispongono tutti a novanta al passaggio degli inglesi (compresa suora vestita da suora da capo e piedi e con occhiali da sole). Pensiamo subito che notoriamente i tunisini in fuga fanno scalo a Liverpool, essendo tutti fans dei Beatles. Lo stronzo insiste, nonostante le spiegazioni. Alla fine le nostre facce scure lo costringono a chiamare la sua capa, una tizia allampanata che - si scoprirà poi - era intenta ad approfondire ben altre dinamiche al bistrot dell'aeroporto. La tizia ha le idee chiare e, per verificare la mia effettiva nazionalità tricolore, prende la carta, cerca di leggere e dice: "tu nome" e "tu coghnome". Mi astengo dal commentare che il sistema è quantomeno opinabile e ridendo sotto i baffi posso finalmente andarmene. Arrivederci, fanno quelli della dogana. Ma anche no, rispondo.     

giovedì 2 giugno 2011

Preveggenza

Cari amici ma soprattutto amiche della Tana, eccoci di nuovo qua per aggiornarvi sull'esito del tumultuoso sondaggio settimanale. Sondaggio caratterizzato da un numero di votanti prossimo ai minimi storici e da un diffuso politically correct, che ha permesso ad ognuna delle opzioni di ottenere almeno un voto, fatto raro sul blog più amato dai venditori ambulanti di carciofi che gremiscono Via Carmelo. Ad ogni modo - come da copione - l'esito è il seguente: c'è un uomo solo al comando. Non facciamo neanche il nome perché lo sapete, dai. Comincia con la A e finisce con Ngelino. Sappiamo anche il motivo di un tale successo: il gemellaggio è già in vigore - ebbene si' - da tempi non sospetti.

Con quale città dovrebbe essere gemellata Via Carmelo?

Lourdes
  1 (10%)
Troia
  1 (10%)
Cinisello Balsamo
  1 (10%)
Albuquerque
  1 (10%)
Via Sedilo
  1 (10%)
Stalingrado
  1 (10%)
Pozzo San Nicola
  1 (10%)
Il Bar Grandi
  3 (30%)