Ora, non è che soltanto
perché la frequenza dei post su questo blog sta per avvicinarsi
sinistramente a quella della cometa di Halley, devo per forza rendere
epiche le prime righe e mettere le mani avanti giustificando le
ragioni di tale silenzio. No, non lo devo mica fare. Per cui, bando
alle ciance e parliamo invece delle recenti avventure del vostro
inviato in Gallia.
La stagione
autunno-inverno – da un punto di vista della Tana del Grillo – è
cominciata in una maniera che oseremo definire "scoppiettante".
Tante belle storie, ma anche tanto poco tempo per ritrovarsi a tu per
tu con la tastiera. Per oggi dunque ci limiteremo ad un ambito che,
normalmente, è in grado di regalarci un sacco di soddisfazioni: le
lezioni di italiano, durante le quali il Vostro ricopre il ruolo di
insegnante. Eccoci qua, allora, a riprendere i corsi ed a incontrare
gli studenti. È come il primo giorno di scuola: ci si presenta, si
parla, si ride, in pratica non si fa un cazzo per un'ora e mezza e
soprattutto tu – insegnante – ti rendi conto che gli alunni hanno
dimenticato praticamente tutto quel poco che sapevano. Argomenti a
scelta, fra i quali non possono mancare le vacanze estive. Qui c'è
gente che – beata lei – va spesso in vacanza. E non
necessariamente dietro l'angolo. Una signora, un'autentica veterana,
racconta a tutti del suo recente viaggio in (!) Cina e Mongolia. Si è
fatta in pratica quella che comunemente si chiama la Transmongolica
– niente Vladivostok (peraltro uno dei sogni bagnati di chi vi
scrive), bensì rotta verso Pechino. E fin qui, nulla di strano. Poi, a resoconto
(zoppicante) terminato, un lampo negli occhi della Signora.
Signora:
Posso raccontare qualcosa di strano che mi è successo?
Insegnante: E come no.
S.: In Cina ho visto una
mostra di... come si dice in italiano... di uccello.
I.: Ah, di uccelli. Ok.
S.: Sì, era una mostra di uccello
I.: Bene, una mostra di
uccelli.
S.: Sì, l'uccello era in una scatola, poi prendevano in mano l'uccello...
Altri studenti in coro: L'uccello?
S.: Sì, toglievano fuori l'uccello.
I.(con goccia di sudore lungo la tempia, doppio inarcamento di
sopracciglia e sorriso represso con notevoli difficoltà): D'accordo...
S.: Ai cinesi piace molto l'uccello.
S.: Ai cinesi piace molto l'uccello.
I.: Eh sì, i cinesi in effetti...
S.: Fanno cantare l'uccello.
Altre discussioni, poi pausa. Il Vostro si sente in dovere di precisare
alcune sfumature di significato tipiche del linguaggio colloquiale,
cosa che fa spesso. Gli studenti – in realtà sono quasi tutte
signore – ridono. Una studentessa dice: Ah qui in Francia invece si
dice "il piccolo uccello" (petit oiseau, se preferite "l'uccellino").
L'insegnante senza pensarci, risponde: Eh, ma lo sapete come siamo
noi italiani! Un nanosecondo dopo, mi rendo conto di quello che ho
appena detto. Temo il peggio. Fortunatamente qualcuno in fondo, fuori
dal mio campo visivo, interviene dicendo che gli italiani hanno la
cultura del macho. Tiro un sospiro di sollievo. Esatto, dico.
Passiamo ad un altro studente, ad altri racconti di vacanze in culo
ai lupi. Passano non più di dieci minuti. Altra signora, altro giro.
S.: Sono stata in Svizzera.
I.: Ah bello.
S.: Sì, ho partecipato a una gara di canto dell'uccello.
(NELLE PROSSIME PUNTATE - non si sa quando: il Vostro che fa l'interprete in Dordogna, un delirio; riparte la stagione tennistica, ma non è come al
Chilometro; Sassari Vecchia è emigrata in un villaggio del Limousin)
Cazz ormai produci i tuoi post allo stesso ritmo con cui Malick dirige pellicole...
RispondiEliminaSe continua cosi', pure peggio. Ma non disperiamo. Bel nickname cmq.
RispondiEliminaRischiosa la cosa... una contrattura dell'intero apparato muscolare faciale forse l'ha avuta solo Pato in un suo recente infortunio!
RispondiEliminaBustioforthepeople
AHAHAHAHAHAH! ASPETTAVAMO CON TANTO ARDORE IL RITORNO DELL'EROICO CONDOTTIERO DI SASSARI VECCIA ALLA CONQUISTA DELLA GALLIA
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