sabato 20 giugno 2009

Some Days Are Better Than Others

Ieri giornata piena, gente. Un pranzo di lavoro che si dilata piacevolmente nel tempo ("Che ore sono?" "Le sei.") e che offre numerosi spunti per un'adeguata riflessione - nell'ordine: la birretta, il nepente, l'acquavite al mirto, i goffi tentativi di ballare il merengue, la birretta - i quali meriterebbero di essere certamente analizzati in altra sede. Un post-pranzo di lavoro che nasce sulle ceneri del pranzo di lavoro, ovvero senza troppe pretese. Sulla carta. Tipo: giusto una birretta. Poi, alla sesta birretta, ti rechi al Tumbao e ti becchi i The Real Thing. Cioè una cover band degli U2, al loro debutto ufficiale su un palco (in versione The Real Thing almeno, perchè è da anni che sono l'anima di ogni pseudo-festa celebrativa anni '80 che si rispetti). Mmm. La partenza è tutto sommato tranquilla. Ascolti la musica, annuendo ogni due secondi e cantando ogni singola strofa e osservando se il chitarrista fa 11 O'Clock Tick Tock come te in cameretta. Poi parte Bad e allora largo definitivamente alle birrette. Da lì in poi si finisce sotto il palco. A urla. A cantare With or Without You con una mano tesa verso il microfono del vocalist a pittorra e l'altra occupata (dalla birretta). A chiedere perfino "one more!" alla fine - che per la cronaca è 40. A cantare quindi 40 senza nemmeno i The Real Thing sul palco. A ballare infine i classici anni '80 che non tradiscono mai, sempre armati di birretta. Altro che merengue. E poi, mentre sei esausto e per un attimo smetti di saltare, controlli il cellulare. "Che ore sono?" "Le sei".

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