Ieri giornata piena, gente. Un pranzo di lavoro che si dilata piacevolmente nel tempo ("Che ore sono?" "Le sei.") e che offre numerosi spunti per un'adeguata riflessione - nell'ordine: la birretta, il nepente, l'acquavite al mirto, i goffi tentativi di ballare il merengue, la birretta - i quali meriterebbero di essere certamente analizzati in altra sede. Un post-pranzo di lavoro che nasce sulle ceneri del pranzo di lavoro, ovvero senza troppe pretese. Sulla carta. Tipo: giusto una birretta. Poi, alla sesta birretta, ti rechi al Tumbao e ti becchi i The Real Thing. Cioè una cover band degli U2, al loro debutto ufficiale su un palco (in versione The Real Thing almeno, perchè è da anni che sono l'anima di ogni pseudo-festa celebrativa anni '80 che si rispetti). Mmm. La partenza è tutto sommato tranquilla. Ascolti la musica, annuendo ogni due secondi e cantando ogni singola strofa e osservando se il chitarrista fa 11 O'Clock Tick Tock come te in cameretta. Poi parte Bad e allora largo definitivamente alle birrette. Da lì in poi si finisce sotto il palco. A urla. A cantare With or Without You con una mano tesa verso il microfono del vocalist a pittorra e l'altra occupata (dalla birretta). A chiedere perfino "one more!" alla fine - che per la cronaca è 40. A cantare quindi 40 senza nemmeno i The Real Thing sul palco. A ballare infine i classici anni '80 che non tradiscono mai, sempre armati di birretta. Altro che merengue. E poi, mentre sei esausto e per un attimo smetti di saltare, controlli il cellulare. "Che ore sono?" "Le sei".sabato 20 giugno 2009
Some Days Are Better Than Others
Ieri giornata piena, gente. Un pranzo di lavoro che si dilata piacevolmente nel tempo ("Che ore sono?" "Le sei.") e che offre numerosi spunti per un'adeguata riflessione - nell'ordine: la birretta, il nepente, l'acquavite al mirto, i goffi tentativi di ballare il merengue, la birretta - i quali meriterebbero di essere certamente analizzati in altra sede. Un post-pranzo di lavoro che nasce sulle ceneri del pranzo di lavoro, ovvero senza troppe pretese. Sulla carta. Tipo: giusto una birretta. Poi, alla sesta birretta, ti rechi al Tumbao e ti becchi i The Real Thing. Cioè una cover band degli U2, al loro debutto ufficiale su un palco (in versione The Real Thing almeno, perchè è da anni che sono l'anima di ogni pseudo-festa celebrativa anni '80 che si rispetti). Mmm. La partenza è tutto sommato tranquilla. Ascolti la musica, annuendo ogni due secondi e cantando ogni singola strofa e osservando se il chitarrista fa 11 O'Clock Tick Tock come te in cameretta. Poi parte Bad e allora largo definitivamente alle birrette. Da lì in poi si finisce sotto il palco. A urla. A cantare With or Without You con una mano tesa verso il microfono del vocalist a pittorra e l'altra occupata (dalla birretta). A chiedere perfino "one more!" alla fine - che per la cronaca è 40. A cantare quindi 40 senza nemmeno i The Real Thing sul palco. A ballare infine i classici anni '80 che non tradiscono mai, sempre armati di birretta. Altro che merengue. E poi, mentre sei esausto e per un attimo smetti di saltare, controlli il cellulare. "Che ore sono?" "Le sei".
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