lunedì 16 agosto 2010

Per Chi L'ha Visto E Per Chi Non C'Era

Come anticipato dalle pagine di questo blog, La Tana del Grillo ha ufficialmente compiuto il suo debutto in società. Un esordio che, secondo gli addetti ai lavori, ha pienamente rispettato le attese. Per dovere di cronaca, bisogna ammettere che la preparazione atletica in vista della Faradda si è svolta nel migliore dei modi. Infatti la sera prima del grande evento Il Compagno ha dapprima accolto tutti nella sua magione dorata, poi li ha accoppati a colpi di couscous, tortillas e birroni. Per concludere, ha infierito sui cadaveri munendosi di mirti dell'operaio. Coloro che sono sopravvissuti - cioè tutti - si sono riproposti dunque l'indomani pomeriggio per un succoso bis, più che mai agguerriti, proprio di fronte a quel Bar Grandi che è divenuto teatro di innumerevoli scorribande estive. Testimone dell'acceso clima di festa è stata come di consueto Via Carmelo. A partire da mezzogiorno, la via che ha dato i natali alla Tana è stata invasa dai tipici cori che si intonano in simili circostanze, allietando in tal modo chiunque passeggiasse, parcheggiasse o cercasse (è il caso del numero civico 5) di prendere sonno. Tuttavia, come stabilito da tempo, Angelinho doveva essere ed ecco Angelinho. Saltellando fra le carcasse di carlsberg, tutti a cantare - fra le altre canzoni che volutamente omettiamo, pur con la mano destra sul cuore, perché facilmente immaginabili - "chi non salta è cagliaritano" e "i falegnaaami, na na na na na naaa" (più o meno su questo refrain). Dopo aver partecipato attivamente ed essersi rifocillati facendo a botte per varcare la soglia del Bar Grandi, si decide di traslocare verso altri lidi, sempre però in compagnia di alcune ichnusas da 66cl. Come prevedibile, il clima incandescente non è più così incandescente, perciò pare cosa buona e giusta saggiare le capacità culinarie del Senegal. Risultato: doppio pit-stop con pizzetta (cibo tipico africano) come si tocca e tappa fra le mura amiche per necessità fisiologiche. Proseguendo lungo il tragitto si congettura di esplorare le possibilità alcooliche di un noto circolo indipendentista che, come previsto, risponde presente, mentre in lontananza si intuisce l'eco degli applausi per il sindico. Armati stavolta di lattine, ci si avventura a quel punto nella fiumana del Corso, con vari stazionamenti, incontri più o meno casuali e cori come "e Gianni Speeeerti, na na na na na naaa". In virtù del bordello generale e del fatto che sia ormai obbligatorio il binocolo per avvistare i Candelieri, taglio strategico nei meandri della Ziddai, con passaggio - obbligatorio! La 66cl costa 2,50 - al Caffé del Duomo. La discesa verso Corso Vico non può non passare per una ciclofficina impreziosita dal solito mezzobusto in canottiera bianca della porta accanto. Le pause corporali si fanno più fitte e importanti, come ben sa un vicoletto nei paraggi. Ora si canta in allegria "e lu pacioocciuuu na na na na na naaa", senza più pudore. Tutti insieme, felici. Lo stogamo, però, brontola. Ci vuole la doppietta gelato-torrone di Tonara (spaccato in due da ascie affilate) per tornare i ghepardi di una volta. Si fa rapidamente buio: la stanchezza incombe, ma i doveri di buon cittadino vengono prima di tutto. Prima di infiltrarsi nei pressi di Santa Maria, c'è la pazza idea di un mojito defatigante: ovviamente al baretto super chic che c'è all'angolo non hanno più neanche il ghiaccio. Cazz. Ennesima birretta. Emozioni a profusione per l'ingresso dei Candelieri in chiesa, ma a pochi metri c'è il bar del distributore dell'agip, mai come adesso punto di riferimento per l'intera comunità. Il retro poi appare subito una location ideale per svuotare la vescica, il che è confermato dal tentativo effettuato con discrezione nell'oscurità imbattendosi addirittura in un Jiri Hubalek scoppiettante, che tiene banco seduto sul cofano di una macchina. Non è più il momento di fare calcoli, si va avanti per inerzia. Sosta propiziatoria e via tutti dietro alla banda, che ci trascina di peso nella Ziddai illuminata a giorno, attraverso una Porta Utzeri mai così magica e carica di significato. Il tutto mentre non accenna minimamente a scemare "e la birrettaaa na na na na na naaa". Il gran premio della montagna è rappresentato - se mai ci fossero stati dubbi - da Palazzo Ducale. Affamati come coguari, ci si ingegna per ingurgitare nel minor tempo possibile tramezzini e beozia, nell'estremo tentativo di stemperare l'ardore della serata. E' assolutamente inutile. Soltanto qualche ora e qualche litro di cocacola più tardi si intravede all'orizzonte la possibilità di pubblicare quello che diventerà questo post. A zent'anni. Dalla Tana.

7 commenti:

  1. Lu Bresidente8/18/2010 5:57 PM

    NOI NON SIAMO CAGLIARITANI!!!!!!!!

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  2. Cazz 2600 bottiglie mì...

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  3. Signora Rosa8/19/2010 7:58 AM

    Un delirio....

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  4. Gianni Sperti8/19/2010 10:30 AM

    Guest star of the Candelieri 2010 !

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  5. Lu Bresidente8/19/2010 11:28 AM

    Fallu baddaaaa, fallu baddaaaa, fallu baddaaaa....

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  6. Il pifferaio dei viandanti8/19/2010 11:50 AM

    Fiffiriffirifiriffiriffiriffi....

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  7. Hubalek con la 66 a boccampulla era il migliore...

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